Quando il nostro ‘tartarugo’ Gerardo può farsi un giretto per il giardino, controllato a vista per evitare che precipiti giù da qualche piana ligure, non gli sfugge nemmeno un fiore di Tarassaco. Non è un caso, li sceglie proprio evitando gli altri fiori spontanei a disposizione, e ne è ghiottissimo.

Voi lo chiamate Dente di Leone, Soffione (quanti ne ho soffiati da piccola! e tuttora non resisto…), Pissenlit? Beh, è sempre lui, il tarassaco. E fa un gran bene al fegato e alla digestione, #sapevatelo!

© Tarassaco

Fiorisce da adesso fino a ottobre, potete coltivarlo ma perché dovreste? Si trova con gran facilità nei campi, anche in montagna, e secondo me spontaneo è meglio. Se vi piace l’amarognolo, questo è il momento giusto per aggiungere all’insalata qualche fogliolina di tarassaco, quelle centrali e tenerissime appena spuntate, più avanti diventano dure e fibrose ed è meglio cuocerle. Per bollire le radici invece aspettate l’autunno.

Non è finita: potete raccogliere anche i boccioli e metterli sottaceto (basta bollirli prima 5 minuti in acqua e limone), se poi non avete una tartaruga che vi mangia tutti i fiori, staccate i petali e aggiungete pennellate giallo-tarassaco dappertutto: insalate, risotti, dolci…

©Foto Sandra Longinotti

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5 pensieri riguardo “Tarassaco, boccioli, fiori, radice, foglie…

  1. Sarebbero culture da riscoprire per un approccio gastronomico più salutare…chissà cosa ne direbbe o come la userebbe uno chef rinnomato!!!

  2. ed una zuppetta di tartarugo al tarassaco, non potrebbe essere un’idea?

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