“Vino senza spremere l’uva” era scritto a mano su un foglio appoggiato su un banchetto alla Vegan Fest.

© Roberta di Antico Colle Fiorito con suo figlio

Il banchetto era quello dell’Antico Colle Fiorito, un’azienda agricola di 16 ettari dove fra ulivi, piante da frutto e parecchi animali vivono Roberta, suo marito Giulio e i loro tre figli. Hanno anche un ettaro e mezzo di vigneto, il loro Chianti Montalbano si chiama San Giorgio (70 sangiovese – 20 cannaiolo – 10 malvasia) e lo fanno così: “si coglie l’uva nel momento giusto, che è a fine settembre, e si deraspa. Quando si toglie il raspo gli acini vengono via e si rompono, si buttano nella botte (da 4-5 quintali) e si lasciano fermentare. Quando “bolle” si mescola con un bastone di legno per non traumatizzare l’uva. Quando finisce la fermentazione il vino ha raggiunto la gradazione necessaria, allora apriamo il rubinetto e lo facciamo uscire senza pressarlo. Nell’antichità si chiamava Vin del Prete o delle Partorienti perché è un vino ricco di polifenoli che aiutava le donne dopo il parto, io ho trovato questa descizione sul quaderno di mio nonno e ho provato a farlo” mi ha spiegato Roberta.

Una parte di vigneto è coltivata a uva gallettina, che “è uno zibibbo con cui faccio il Passito” ha continuato a raccontare Roberta “colgo l’uva, la lascio appassire tre mesi sulle stuoie di canne, poi la mettiamo in botte dove resta tre anni. Se spremessi l’uva appena colta otterrei 100 litri di mosto, dopo 3 mesi che è essiccata perdo metà del raccolto, e quando la schiaccio me ne restano 50 litri. Dopo 3 anni ne rimangono solo 18 litri. Questo è lo stesso metodo che usano a Pantelleria. Purtroppo in commercio esistono i vini liquorosi… si riconoscono per la targhettina del Monopolio di Stato sul collo della bottiglia: quello è un vino liquoroso fatto in un giorno. Aggiungono alcool per arrivare ai 16 gradi del passito, praticamente i miei 100 litri iniziali addizionati di 40 litri di alcol. Per come lo faccio, il mio passito dovrebbe costare una cifra disumana e invece lo metto € 8,50 la bottigli da 375 ml perché non si riesce a spiegare alla gente la differenza fra i due prodotti, e il giusto prezzo di 25 euro non lo accetterebbe nessuno.”

© conserve di Antico Colle Fiorito

Con la frutta e la verdura del podere preparano anche delle confetture da abbinare ai formaggi, come quella al peperoncino di cayenna (dove “per non morire” c’è anche la mela) o alla mela renetta piccante (a fette col peperoncino secco). E poi ci sono anche quelle dolci: ciliegie e Vin Santo, mirtilli (hanno 8 ettari di bosco), fichi e Sangiovese, cachi e pere… Nei vasetti non troverete addensanti ma frutta intera (come mirtilli e ciliegie) o tagliata a pezzi.

Tutti i prodotti sono bio e hanno preso i nomi di famiglia: “la linea delle erbe è L’orto del nonno Remo che è il mio babbo che mi aiuta nell’orto. Le aromatiche in vasetto sotto sale hanno il mio nome Il sale della Roberta (dovreste sentire il profumo di quello al basilico…). Il nocino, che siamo gli unici a fare col vino, per par conditio (anche se l’unica cosa che fa è berlo) si chiama Nocino del nonno Marcello che è il mio suocero. Le salse sono a nome della suocera Nonna Lia: finocchio selvatico, cuore di carciofo, capperi selvatici, melanzane coi pomodori secchi… Le marmellate e confetture extra di frutta 80% e 20% di zucchero di canna sono di Nonna Camilla sempre per par conditio che è il nome della mia mamma che non c’è più. Il Passito si chiama Principe di Toscana perché Giulio Rospigliosi, fratello del Papa ed ex proprietario del nostro fondo e di altri 80, si chiamava Giulio come mio marito.”

All’Antico Colle Fiorito gli animali vivono liberi, ci sono anche i Cavallini di Monte Rufoli, una razza in via di estinzione. “Non ce la facevamo più a tagliare l’erba, così abbiamo pensato di comprare un cavallo e siamo andati in una zona vicino a Pisa dove ne avevano catturati alcuni selvatici. Erano in pessime condizioni, tanto che vedendoli in quello stato facevano una gran pena… ne abbiamo portato a casa uno, ma poi non ce l’abbiamo fatta e siamo tornati indietro a prendere gli altri tre. Ho dovuto annullare il dentista che doveva rimettermi 3 denti, perché a quel punto non potevo più permettermelo… ogni dente un cavallo, ma vedo che mangio uguale, almeno loro non sono stati macellati!”

©Foto mie

Per chi vuole approfondire:

Antico Colle Fiorito – via Porcianese, 39 – Lamporecchio (PT)  tel. +39 0573 803842

Share_on

2 pensieri riguardo “Vegan, bio… e Vino senza spremere l’uva!

  1. che bello che tu la conosca luigi! anch’io ho avuto una bella impressione di roberta, della sua famiglia e della passione che mette nel suo lavoro. sto usando con grande soddisfazione due dei suoi sali alle erbe che hanno degli aromi freschissimi, ma l’olio non l’ho provato… urge rimediare!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

x

x