Bello è bello, non c’è storia. Noi della stampa abbiamo visto il primo Starbucks milanese mercoledì in anteprima, ma niente foto. Com’è?

Scenografia a go-go per il nuovissimo Starbucks Reserve Roastery nell’ex palazzo delle Poste di piazza Cadorna a Milano, che con le sue altezze ingloba con nonchalance uno splendido impianto di tostatura del caffè che sembra uscito da un film (come ha detto durante la conferenza stampa Howard Schultz, presidente e fondatore di Starbucks, Willy Wonka è stato d’ispirazione) e che attraverso una complessa tubatura aerea a vista invia il caffè al Main Bar, dove oltre a diversi monorigine di sola arabica (anche di pregiate micro produzioni come il Ka’U hawaiano) si sceglie fra 7 metodi di estrazione preparati e spiegati da uno staff giovane e preparatissimo (dalla mia breve esperienza 3 su 4 a pieni voti).

Piacevolissimo il Nitro Cold Brew, aka NCB, dal cappello di schiuma cremosa ottenuta con l’azoto, ma fra tutti il siphon (o syphon) resta il mio preferito.

Ha aperto Starbucks a Milano, una location scenografica pronta ad incantarti con siphon, azoto e clover. Ecco com'è. Condividi il Tweet

Al food ci pensa Princi con dolci e salati pizza inclusa (il cornetto a € 2,20 per dire), e i cocktail si bevono all’Arriviamo Bar che domina la scena dall’alto dell’ammezzato. Last but not least, è tutto caro come il fuoco.

Peccato non aver assaggiato i cocktail al caffè. Stavo ancora degustando l’iconico caffè Clover preparato con la macchina brevettata da Starbucks che prende il nome da coffee lover, quando è stato annunciato un saluto di commiato e poco dopo un’efficacissima americanina del servizio d’ordine non riuscendo a farmi uscire subito mi ha dato l’ultimatum… mancavano due minuti alle 15:00, ora X dell’imprescindibile chiusura.

Per me che sono abituata a sfuggire abilmente a tutti gli inservienti dei centri commerciali stavolta non c’è stato scampo, ho fatto appena in tempo a salire la scala per dare un’occhiata all’Arriviamo che me la sono ritrovata alle calcagna orologio alla mano… ahimé le quindici erano scoccate! Mi ha scortata all’uscita insieme all’ultima manciata di colleghi, e il nostro primo gesto è stato liberatorio: via subito dall’obbiettivo del cellulare la striscia rossa adesiva che ci avevano messo all’arrivo per impedirci di fotografare (mercoledì qualsiasi immagine era ancora in embargo).

Ricapitolando: fateci un giro, un caffè espresso costa € 1,80 ma vale la pena fare un piccolo investimento di una decina di euro per lo show di un siphon “con spiega” (cercate Mirko, è preparatissimo), poi magari la tostatura del caffè non vi piacerà, ma “l’experience” ci sarà stata tutta!