Se l’avete vista fare, forse vi sarà sembrata strana la pratica che serve a rendere i fasolari tenerissimi.

Prima di scoprire il trucco tanti anni fa durante un laboratorio di Slow Fish, mi era capitato di trovarli un paio di volte negli spaghetti allo scoglio di qualche ristorante. E averne avuto un brutto ricordo: degli enormi chewing-gum impossibili da demolire… tanto che quando li vedevo fra gli ingredienti di un piatto dicevo sempre “mi raccomando, senza fasolari!”.

Invece assaggiandoli a Slow Fish, dove alcuni pescatori dell’O.P I Fasolari li aveva ben battuti col batticarne, impanati e fritti, ho scoperto che sono buonissimi… e mi raccomando, cotture veloci!

 

©foto Sandra Longinotti