Un tweet, un flashback.
A metà agosto sul mio account twitter mi segue @luisatratzi. Come sempre vado a vedere chi è, cosa fa e cosa twitta, e sebbene non sia del settore food le scarpe che disegna sono particolari e mi piacciono, così decido di followarla.
Mi scrive in DM (per chi non è pratico è l’acronimo di direct message cioè “messaggio diretto”) per ringraziarmi del follow, io faccio altrettanto spiegandole perché pur occupandomi di food abbia deciso di seguirla e lei mi invita alla sua sfilata anche perché, mi spiega, ci sarà Marco Rossi – chef del ristorante La Mugnaia di Ivrea – a preparare il buffet in sintonia con la sua nuova collezione.
Così ieri sono salita al secondo piano di Palazzo Grifoni, nello store Mauro Grifoni, dove è stata organizzata una sfilata molto fresca, che ha il sapore degli inizi e mi ha riportata indietro a quando mi occupavo dell’ufficio stampa di Romeo Gigli e le ragazze sfilavano su una passerella volutamente improvvisata nel nostro ufficio che, smobilitato, si trasformava per diventare palcoscenico di quella sfilata così diversa da quelle che si facevano allora alla Fiera di Milano con le “top model” e la “gabbia” dei fotografi, così piena di luce in quell’ex-tipografia di corso Como, col sottofondo di Marylin che cantava “I wanna be loved by you” e le modelle talmente giovani che qualcuna doveva chiedere il permesso per assentarsi da scuola…
Ieri era molto diverso, ma quella mini passerella che girava a trapezio su se stessa, con le sedie lungo il perimetro del percorso e le modelle che uscivano – a piedi nudi con le scarpe su un vassoio – da dietro una tenda, “stipate” insieme alla stilista in un angolo di quella piccola stanza, mi ha fatto davvero simpatia. Luisa Tratzi è giovane, rossa di capelli e con le idee chiare, disegna da sola le collezioni del suo brand nato solo un anno fa, ma che sembra abbia le premesse per una lunga vita.
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LA COLLEZIONE P/E 2015 LUISA TRATZI
Le scarpe disegnate da Luisa nascono da un gioco di contrasti “amo lavorare sulle contrapposizioni e sugli ossimori” mi spiega “così per questa collezione ho immaginato una distesa fiorita in mezzo ai grattacieli, per questo l’ho chiamata Blossom Street”.
La sua primavera-estate 2015 è fatta di pellami dai colori pastello che richiamano il mondo floreale, contrapposti a tacchi scultura dalle linee taglienti e pulite “faccio una grandissima ricerca sui materiali e sullo studio delle forme per l’indossabilità dei tacchi, che sono molto importanti” racconta Luisa “studiati apposta per garantire una calzabilità perfetta nonostante siano strutture impegnative che realizzo in bayblend, un materiale plastico che impreziosisco con le finiture più svariate: verniciature a specchio, tacchi galvanizzati, floccature…”.
Contrasti forti anche nelle altezze dei tacchi che possono sollevare di 10.5-12 cm o restare più vicine a terra con parte della collezione che non supera i 2 cm, mentre i colori tenui dei fiori si alternano al verde brillante delle foglie, e al lucido delle vernici oro e argento che ricordano i vetri a specchio delle facciate dei grattacieli.
IL BUFFET DI MARCO ROSSI
Petali e colori sono riapparsi nel brunch dello chef Marco Rossi (il suo ristorante La Mugnaia è a Ivrea) che ha utilizzato germogli e fiori edibili di tagete, calendula, bocche di leone, rose… ma anche la tinta forte della barbabietola che affettata sottile ed essiccata è diventata coperchio croccante dell’Emulsione di piselli alla menta in versione finger food con petali di calendula, mentre ridotta in crema ha colorato e addolcito il Risotto in contrasto col gusto forte dell’erborinato di bufala e crema di mozzarella affumicata.
“Con Luisa Tratzi abbiamo cercato di creare un evento dove cibo e moda si integrassero in perfetta armonia” mi ha spiegato Marco “non volevamo che il buffet fosse una cosa a sé come capita spesso, quindi abbiamo lavorato molto assieme scambiandoci idee e pareri in stretta collaborazione, pensando a fashion & food che si richiamassero per l’intero evento: inizialmente evocato dalle scarpe di Luisa sui vassoi in passerella e poi dai colori della collezione riproposti nelle mie preparazioni a fine sfilata”.
Fra i miei preferiti l’ottima Capasanta-mojito senza alcol ma con l’aroma del lime e germogli di pisello, il Gambero di Mazara del Vallo con finocchi e arance, finta maionese all’arancio e petali di calendula. Buoni anche i dolci: Crostata di mandorle e crema di limoni di Amalfi con frutti di bosco e bocche di leone, le Gelatine alla violetta con incastonato un fiore di gelsomino blu, e una Torta al cioccolato senza glutine con petali di tagete e trucioli d’oro alimentare. In abbinamento bevande bio e bollicine scelte da Elisa Campa, sommelier de La Mugnaia.
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Un pensiero riguardo “Fashion & Food, scarpe sui vassoi e petali nei piatti”