C’è un posto a Firenze che mi piace tanto. E dove ci si scorda di guardare l’ora, forse perché si torna indietro nel tempo… a me fa riemergere ricordi d’infanzia, immagini di soffitte e cantine, un lontano viaggio in Provenza… se cercassi un mobile particolare credo che andrei proprio lì, da Riccardo Barthel.

 

un banchetto di fiori a Ortobello 2016 | ©foto Sandra Longinotti

E’ un luogo difficile da descrivere perché non è uno, ma un insieme di tanti luoghi e sensazioni,  definirlo a parole sembra riduttivo, un po’ come togliergli qualcosa. C’è un ordinato disordine, tanta atmosfera e molta concretezza, se vi piace la campagna toscana, lo stile provenzale, l’english country style e lo shabby chic, fateci un giro.

 

Non troverete solo vecchi mobili – spesso curiosi – ma anche la loro anima, i segni del tempo che non viene cancellato con un colpo di vernice ma è un valore rispettato. La Riccardo Barthel è come un pezzettino di un vecchio borgo che, staccatosi da chissà dove, è caduto lì, portandosi dietro la bottega del fabbro che funge anche da arrotino (e potete farvi affilare i coltelli), il falegname, la bottega di tessuti di tappezzeria… non tutto è datato, il recupero è tanto ma c’è anche il nuovo, in stile naturalmente. Cercate una certa maniglia con l’impugnatura in porcellana che vi si è rotta e non riuscite a sostituire? E’ probabile che la troviate qui, o che possiate scegliere qualcosa di molto simile a quello che avevate in mente. Vi interessa invece l’ultimo modello di planetaria? C’è anche quello. Volete un lampadario da biliardo? Chiedete.

alla Riccardo Barthel c'è una stanza dedicata alle maniglie | ©foto Sandra Longinotti

Ma di fatto vorrete soprattutto scoprire, infilandovi in stanze piene di oggetti, mobili, maniglie, stoffe… al primo piano c’è la scuola di cucina Desinare, con una grande terrazza, quella che vedete subito di fronte a voi superato l’ingresso. Da lì una scala scende nel cortile dove vengono “parcheggiati” con disinvoltura alcuni pezzi che non temono le intemperie. Lo scorso marzo, in mezzo alle bancherelle di Ortobello (il mercatino di prodotti bio di alcuni coltivatori di prossimità che prende vita nel cortile di Riccardo Barthel una volta l’anno, in concomitanza con Taste), spuntava una vasca di pietra con leggeri ornamenti, e più in là ce n’era un’altra in metallo smaltato, quasi uguale a quella della casa in campagna dei miei nonni, che era già un cimelio quella volta che ci feci il bagno da bambina.

Ortobello 2016 | ©foto Sandra Longinotti

Due anni fa, proprio lì in cortile, c’era un’imponente colombaia di zinco che mi aveva molto incuriosita. Dopo avermi spiegato cosa fosse mi era stato detto “questa andrà da Richard Ginori”. Una bella scelta avevo pensato, e poi mi ero chiesta: per quale utilizzo?

 

La risposta l’ho avuta rivedendola a Brera, nella vetrina del negozio milanese di Richard Ginori inaugurato l’anno scorso durante il Fuorisalone del Mobile. Da allora, in ogni nido c’è un bellissimo uovo portaoggetti in porcellana decorata. Non ho saputo resistere e sono entrata dicendo “ma questa è la colombaia di Riccardo Barthel!” “certo” mi ha risposto la commessa con un sorriso.

 

particolare della colombaia con le uova Richard Ginori a Milano | ©foto Sandra Longinotti

Mancava l’ultimo tassello. Ho scritto a Francesco Barthel, figlio di Riccardo, chiedendogli notizie della colombaia “devi parlare con mio padre” mi ha risposto “se vieni a Firenze per Taste vedrai che lo incontri a Ortobello”.

un banchetto a Ortobello 2016 | ©foto Sandra Longinotti

Così è stato, e Riccardo Barthel mi ha raccontato col suo lieve accento fiorentino “l’ho trovata a uno dei soliti mercati dove vado a razzolare al Sud della Francia, per la verità a Béziers, però non è francese: viene dal Portogallo, e quando l’ho comprata ho detto che solo un pazzo come me può acquistare una colombaia che viene dal Portogallo, la trovi al Sud della Francia, la porti a Firenze, poi a Parigi e infine finisci per metterla a Milano. Queste cose vanno restaurate non certo come un cassettone del ‘500, vanno rimesse insieme. Ed è stato difficile, perché le condizioni del legno erano estremamente precarie. E’ stata effettuata un’igienizzazione cercando di non alterare la bellezza dello zinco, con quella patina del tempo…”

Francesco e Riccardo Barthel a Ortobello 2016 | ©foto Sandra Longinotti

Se passate dal negozio di Richard Ginori a Milano o da Riccardo Barthel a Firenze, entrate

©Foto mie

per chi vuole approfondire:

Riccardo Barthel – via dei Serragli 234/R – Firenze

Richard Ginori – piazza San Marco angolo via Pontaccio – Milano

Share_on

One thought on “Riccardo Barthel, Richard Ginori e la colombaia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

x

x