“La Hop-hop è una English IPA che ci siamo divertiti molto a fare coi ragazzi di Beer In, e anche se ha 6,5 gradi quando è fresca va giù a litri…”

Inizia così la chiacchierata con Beatrice Petrini, chef patron del 19.28 Pub Bistrot “l’etichetta, con la regina Elisabetta a cavallo del bastone e il luppolo al posto della spilla di brillanti, l’ha fatta Mattia Sterzi aka Met, un nostro amico tatuatore dello studio Taxidermia Tattoo Piercing”.
“Un giorno Beatrice mi dice dai, facciamo una birra insieme, io voglio fare una English IPA” racconta Davide Canazza, responsabile commerciale del birrificio Beer In. “Sfondi una porta aperta le rispondo, anche perché io sono un fanatico delle birre di stampo britannico, e parlandone assieme abbiamo deciso di farla più inglese possibile. Così abbiamo utilizzato materie prime veramente inglesi, malti solo inglesi, una base classica di pale Ale Maris Otter e Crystal, proprio da IPA old school inglese, abbiamo usato dei luppoli East Kent Goldings, Fuggles e Challenger super inglesi anche quelli e usato un lievito inglese, per cui proprio non poteva non venire non inglese!”

“Adesso siamo al secondo batch, devo dire che la prima cotta è andata molto meglio del previsto, nel senso che eravamo tutti consapevoli di fare uno stile un po’ particolare, perché adesso quando ci capita di bere english qui in Italia sono comunque birre un po’ interpretate, magari c’è quel carattere anche un pochettino agrumato che invece nelle English IPA in stile al 100% non trovi. Invece noi abbiamo voluto fare una cosa proprio old school sotto questo punto di vista, che ha dato degli ottimi frutti perché è finita subito.”
Conosci la English IPA? Prova la Hop Hop di @beerinit per @pub_19... sta bene con tutto!!! 😋🍺 Share on X“Ho dato a Beatrice i fusti per il ristorante, e quelli che ho distribuito in altri locali sono finiti nel giro di due giorni! E poi abbiamo avuto un ottimo riscontro portando la Hop Hop in giro e spillandola noi, come ad esempio a Rimini a Beer Attraction. Quando l’abbiamo attaccata alla pompa ho visto tanto apprezzamento anche fra gli addetti ai lavori, perché comunque è venuta molto in stile, molto facile da bere ma anche molto caratterizzata, sembra proprio una birra da pub inglese.””

A me è piaciuta moltissimo, leggermente cremosa, con un amaro lieve che non si percepisce subito ma che alla fine ti rimane piacevolmente sul palato, in sintesi una birra corposa ma leggera da bere. “Esatto” aggiunge Davide “è ben strutturata nonostante chiuda così pulita e così amara, e soprattutto se è spillata a pompa devo dire che chiude il cerchio”.
E infatti al 19.28 da Beatrice, dove inizialmente avevano provato la differenza attaccando un fusto alla spina normale e l’altro alla pompa, adesso viene spillata solo a pompa.
“Bisogna tener presente che non è una di quelle birre che spillata giovanissima dà il meglio di sè: abbiamo notato che è meglio dopo un mese che è in fusto” consiglia Davide.

Infine si abbina al cibo molto facilmente, è d’accordo anche Davide “nonostante sia una luppolata, sono proprio quei caratteri fruttati esotici delle IPA che le rendono difficili da abbinare, invece la Hop Hop essendo molto inglese sta bene con tanti gusti diversi.”
E come dice Beatrice “sta bene con tutto, dal prosciutto alla guancia di maiale. Da noi l’abbiniamo volentieri col Tempura di merluzzo con le patate, una mia interpretazione del Fish and chips. Il fatto è che il sentore di pera matura che la Hop Hop acquista col tempo si sposa molto bene sia alla carne di manzo che a quelle più aromatiche di pecora e di agnello. Quindi è perfetta col Saltapecora, il nostro panino con la tartara di pecora Cornigliese”. Che è davvero buonissimo… [quando c’è] è da assaggiare!
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