Probabilmente è iniziato tutto per via di un libro.
I miei genitori erano appassionati di giardinaggio, soprattutto mio padre. Tanto che un giorno arrivò con un bellissimo libro illustrato “Per una vita migliore ovvero il libro dell’autosufficienza” di John Seymour. Ricordo quanto mi piacevano quelle illustrazioni di stampo assolutamente britannico, la carta ruvida, e i primi principi di botanica che apprendevo leggendolo. Gli ortaggi suddivisi in famiglie di appartenenza, la rotazione delle coltivazioni, il ruolo degli animali… erano gli anni ’70 e sognavo di poter essere autosufficiente anch’io un giorno. Avere un frutteto, coltivare l’orto, vedere in giro polli, conigli, una grossa oca bianca, cani e gatti…
Anche allora il giardino lo vivevamo solo d’estate al mare e a seguito di quelle letture mio padre decise di costruire un composter con qualche asse, e iniziammo a buttare lì gran parte dei rifiuti organici. La sorpresa fu l’anno seguente, quando mio padre con grande orgoglio sparse il compost per nutrire le piante di tutto il giardino e in qualche settimana lo trovò fitto di pomodori: mio fratello ne mangiava in gran quantità ma assolutamente senza semi, e mia mamma li buttava diligentemente nel composter… :D
Qualcosa di simile è successa a me quando, fuggito il nostro tartarugo Gerardo, il suo terrario è diventato (ed è tuttora) il nostro composter. Anche lui mangiava molti pomodori, con i semi però, ma a quanto pare non li digeriva.
Morale: attenzione a cosa butti nel composter.
Dopo tanti anni che faccio il compost sul balcone posso assicurarti che è il cibo più sano che puoi dare alle tue piante, in più eviti di acquistare concimi e il tuo sacchetto dell’umido si riduce enormemente. Una piccola economia circolare casalinga che ti porterà a guardare i rifiuti con un occhio diverso, ad avere piante sane e bellissime, e – a me succede – sentirti in dovere di “dar da mangiare” al compostaggio. Tutti i giorni.
Come scegliere il composter
Se hai un giardino, a seconda di quanti siete in famiglia prendi un composter o più d’uno, in commercio ce ne sono diversi in plastica riciclata o in legno. Se lo scegli per la seconda casa probabilmente non c’è bisogno che sia grandissimo, non c’è nemmeno bisogno di spendere una fortuna, ma l’importante è accertarsi che abbia la giusta resistenza alle temperature invernali, sia comodo da aprire e abbia diverse feritoie di aerazione.
Se hai un balcone puoi scegliere un composter già pronto o realizzarlo in un grande vaso o in un cassone (vedi la mia ex tartarughiera, che precedentemente era stata la cuccia da parto della mia dobermann), in questo caso non estrarrai il terriccio pronto aprendo lo sportellino alla base del composter, ma lo raccoglierai spostando via via da un lato il terriccio maturo.
Dove mettere il composter
Il compost non è profumato anche se mescolandolo spesso ridurrai gli effluvi. Se hai un giardino scegli un luogo poco visibile e abbastanza distante da casa, ombreggiato d’estate. Idem se abiti in appartamento: l’ideale è dedicargli un balcone poco utilizzato.
Cosa trasformare in compost
- scarti di vegetali crudi (senza semi)
- verdure appassite che non mangeresti
- rami e rametti
- erba di sfalcio
- foglie, fiori appassiti
- tovaglioli di carta usati non colorati
- cartone non stampato (per es. i contenitori delle uova)
- sacchetti gialli di carta, quelli dell’ortolano
- trucioli di carta da imballaggio e di legno
- carta da macellaio, quella porosa gialla
- gusci d’uovo
- fondi di caffè e filtri del tè senza bustina (senza esagerare)
- ossi di seppia
- sangue di bue in polvere
- cenere di legna
Qualche esempio di cosa ci metto io:
- i gusci delle uova che polverizzo nel mortaio quando sono asciutti / e aggiungo anche il loro contenitore di cartone spezzettato;
- macino nel mortaio anche gli ossi di seppia ben asciutti;
- quando pulisco le verdure raccolgo gli scarti in un sacchetto di carta dell’ortolano o del panettiere (prima lo strappo da un lato per aprirlo e utilizzarlo come un vassoio) e dopo averle buttate nel composter aggiungo anche il sacchetto spezzettato;
- i tovaglioli di carta non colorata, ridotti a striscioline
- l’acqua di cottura non salata dei vegetali, fredda
- l’acqua dove ho fatto rinvenire ingredienti vegetali disidratati come funghi, alghe, prugne secche
- l’acqua di lavaggio dell’insalata, della frutta e verdura
Cosa non mettere nel composter
- cibi cotti
- latticini e scarti animali (a piccole dosi si potrebbe ma io preferisco evitare)
- foglie e rami di piante malate
- bucce di banana e di agrumi (ci vuole troppo tempo a decomporle)
- “occhi” di patata, cioè le parti col germoglio
- gusci di frutta secca
- semi e noccioli
- olio
Come aggiungere gli scarti al compost
La prima volta che lo riempi fai uno strato di rametti sul fondo in modo da assicurarti aerazione e drenaggio. Il resto è altrettanto semplice ma fondamentale: per degradare, i materiali adatti al compostaggio hanno bisogno di ossigeno, umidità, e un buon rapporto fra azoto e carbonio. Quindi gli scarti vegetali umidi ricchi di azoto vanno mescolati a materiali asciutti che contengono carbonio come rametti, paglia, cartone spezzettato/strisce di carta (io evito i giornali e tutto quanto è stampato perché gli inchiostri contengono metalli pesanti), e infine il tutto va bagnato d’acqua senza esagerare, basta che il compost resti sempre umido.
Per accelerare il processo puoi aggiungere degli integratori appositi che trovi facilmente in commercio.
Quando è pronto il compost?
Dopo 2-4 mesi: spargilo nell’orto e alla base degli alberi, mai a diretto contatto con le radici.
Dopo 6-9 mesi: usalo per concimare l’orto e il giardino.
Dopo 9-12 mesi: aggiungilo alle piante in vaso e nelle seminiere.
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