“Il castello è l’immagine della famiglia, non molto grande e a misura d’uomo.” (Clovis Taittinger)
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A settembre ero nella Champagne in piena vendemmia per visitare la Maison Taittinger con dei colleghi e l’attaché de presse (tutti molto simpatici!) Abbiamo passato una giornata a stretto contatto con il vino più charmant del mondo e uno dei suoi produttori, Clovis Taittinger, Direttore Export della Maison (diretta dal padre Pierre-Emmanuel), che dalla vigna ci ha condotti fino alle caves più profonde, scavate nella roccia dai Romani, dove riposano i Comtes de Champagne, i loro champagne Taittinger più pregiati.
Clovis è una persona piacevolissima e ci ha accolti nel suo Château de la Marquetterie come vecchi amici. Ed è stato messo a dura prova… soprattutto da Paola ;-)!
“Questa porta è la cosa più magica di questo posto: di qua sono nel castello, ma se la oltrepasso mi ritrovo in campagna” (Clovis Taittinger)
Detto fatto eravamo già dall’altra parte, in campagna, a fantasticare guardando di qua e di là. Ed era proprio vero… filo conduttore la massima precisione: come il castello, anche il vigneto era ordinatissimo. “I francesi tengono la Champagne come un giardino” ho letto da qualche parte e confermo, ma quando mai si è visto un vigneto disordinato in Francia? A risvegliarmi dal ping pong oculare “di qua – di là – di qua – di là – di qua… ” ci pensa Geraldine (la governante-factotum del castello) con tartine al foie gras, 6 flûtes e un Comtes de Champagne Blanc de Blancs 1999 bello fresco “è la prima bottiglia di quest’annata” dice sottovoce a Clovis con un po’ di emozione (adesso, voi non l’avete vista ma Geraldine sarà alta un metro e 78 per un’ottantina di chili abbondanti e ha l’aria di quella a cui non sfugge nulla), lui assaggia serissimo e dice “délicieux!” (per Clovis tutti i suoi champagne sono “délicieux”, ed effettivamente…) Così gli chiedo quali siano gli abbinamenti che consiglia con quel vino (il Blanc de Blancs è uno champagne di solo Chardonnay).
“Lo champagne si beve da solo o con frutti di mare, ma l’abbinamento migliore è buoni amici e una specialità svedese, il caviale löjrom, oppure mozzarella di bufala”
(Clovis Taittinger – che adora la mozzarella di bufala e assicura che in Italia la mangia anche a colazione… mah?)
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Poi siamo passati in cantina, dove c’era un gran fermento: muletti che schizzavano di qua e di là per portare casse d’uva (un paio di volte per scattare le foto ho rischiato l’investimento…) vicino all’imboccatura del torchio dove venivano rovesciate una dietro l’altra. Il tutto è stato velocissimo. Fuori un uomo lavava le cassette vuote con un’apposita macchina e dentro, chiusi gli accessi al torchio sottostante, sono partite le operazioni di pulizia con gli spazzoloni, bellissime da osservare, come una danza nel chiaroscuro delle luci della cantina…
“Pulizia continua e igiene perfetta. E’ il principio per fare un grande vino.” (Louis Dupont, Chef de Cave della Maison Taittinger)
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Dopo aver dato un’occhiatina al piano di sotto dove il mosto appena spremuto era già nei tini di decantazione (o débourbage, come si dice in francese) siamo stati invitati a pranzo da Clovis. Potete già immaginare cosa abbiamo bevuto… in abbinamento a quello che Clovis aveva definito un pasto frugale… tutto decisamente “délicieux”!
Abbiamo concluso in bellezza con una tortina di mandorle ai lamponi, in perfetto equilibrio con i toni fruttati del grande Comtes de Champagne Rosé 2004!
La giornata continua…
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