Formaggi olimpionici
Le Olimpiadi dei Formaggi l’anno scorso erano in Svizzera. 800 formaggi da degustare (no, non li ho assaggiati tutti…) nell’Abbazia di Bellelay, nel Jura, proprio dov’è nato il Tête de Moine. L’abbazia è bellissima e i tavoli di formaggi arrivavano fino al coro… vi assicuro che l’impatto entrando era emozionante!
La degustazione non è uno scherzo. Bisogna dare un punteggio a ogni formaggio tenendo conto di pregi e difetti, a partire dall’aspetto esteriore (la crosta è molto importante, bisognerebbe darle più peso quando si compra il formaggio…). In aiuto dei degustatori ognuno ha una scheda che non dice che formaggio sia ma lo identifica con un codice e dà tutte le indicazioni dello standard qualitativo che dovrebbe avere. Alla fine tutto il gruppo di degustatori della stessa tavolata (dico così per semplificare… di fatto i formaggi sono divisi per categorie su lunghi tavoli, e ogni tavolo ha la propria giuria composta da un gruppo di degustatori) si riunisce per confrontare i punteggi, e nel caso di differenze di valutazione di un formaggio si fa una seconda degustazione.
Alle Olimpiadi dei Formaggi c’erano pochi produttori italiani (che peccato!) ma alla fine siamo tornati a casa con 7 medaglie (per chi vuole approfondire l’elenco dei premiati è online). Io sono finita ad assaggiare i formaggi a pasta semidura dove c’erano anche una decina di Tête de Moine. E sì, è stata dura!…. ;-))
Non contenta ho allargato il giro e ho avuto un mancamento nell’assaggio di un formaggio al tartufo… poi ho fotografato quello ai petali di fiori perché meritava e i Vacherin-Mont d’Or sono stati un altro peccato di gola a cui non ho saputo rinunciare. Meglio che aspetti un po’ prima di controllare il colesterolo…
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Peccato che non ha potuto partecipare il mio
formaggio…..
andrea mi hai proprio incuriosita: che formaggio è?