Hiromi Cake
viale Coni Zugna, 52 – Milano  |  aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 22:00

Hiromi Cake è una tipica pasticceria giapponese, identica a quella che potresti trovare in una via di  Tokyo. Invece è a Milano, gemmazione della prima Hiromi Cake aperta a Roma dove ha anche sede il laboratorio: è qui che quattro pasticcere giapponesi preparano Wagashi e Yogashi per entrambe le pasticcerie. Cosa sono? 

Wa significa Giappone, gashi dolci: sono i più antichi dolci tradizionali giapponesi caratterizzati dalla mancanza di zucchero aggiunto, ingrediente sconosciuto fino a inizio ‘900, quando la dolcezza veniva data dai fagioli che hanno una percentuale zuccherina molto alta.

Yo significa estero, straniero, gashi dolci: dolci stranieri. Yogashi sono tutti quei dolci che partono dalla tradizione dolciaria europea e modificati dai giapponesi che li hanno adattati alle proprie esigenze, sia gustative che estetiche, con una forte riduzione dello zucchero e forme diverse da quelle originali, tanto che ormai i giapponesi li considerano dolci tradizionali. Gli yogashi di Hiromi Cake sono tutti di matrice francese.

Dolcetti della pasticceria giapponese Hiromi Cake di Milano | ©foto Sandra Longinotti

Oggi i wagashi, che originariamente erano solo a base di riso glutinoso e azuki (i Mochi ne sono un tipico esempio), possono contenere ingredienti come lo yuzu e altri agrumi, le prugne giapponesi Umeboshi, il sesamo, la frutta secca… 

Mochi Daifuku al miso e caffè, nella pasticceria giapponese Hiromi Cake di Milano | ©foto Sandra Longinotti

Sono wagashi anche i Dorayaki, dolcetti dalla farcitura cremosa racchiusa fra due soffici dischi di pasta. Il capostipite è a base di fagioli rossi, poi ne sono state e continuano ad esserne create tante varianti con matcha, cioccolato fondente, frutta fresca, mascarpone…

Dorayaki Matcha al tè verde, agrumi e fagioli bianchi, della pasticceria giapponese Hiromi Cake di Milano | ©foto Sandra Longinotti
Dolcetti della pasticceria giapponese Hiromi Cake di Milano | ©foto Sandra Longinotti

Da Hiromi Cake trovi 5 gusti diversi di Mochi (che adoro!) e 9 di Dorayaki, più una serie di yogashi che sembrano usciti da un manga e stupiscono per bellezza, morbidezza e rotondità: Okinawa come un bocciolo giallo al cocco, mango e lime, Sakura bianco e rosa alla mandorla e ciliegia in omaggio alla fioritura dei ciliegi,  Tiramisù matcha, Cheesecake al mirtillo, Yuzu tarte… dolcetti talmente carini che ti dispiace quasi mangiarli e che puoi portar via, anche singolarmente, in un packaging altrettanto curato. Non è un caso, segue la filosofia giapponese dove il pasticcino è vissuto come un elemento decorato da donare, e quindi prezioso.

Sakura, un dolcetto di mousse all'amarena con cuore di ciliegia e mandorla della pasticceria giapponese Hiromi Cake di Milano | ©foto Sandra Longinotti

Hiromi Cake è aperta fino alle dieci di sera, comodissima per passare last minute se sei tu a portare il dolce, o se ti viene voglia di un dolcetto dopo cena, quando è piacevole accompagnarlo con un sake. Qui ne trovi uno dolce e uno secco. L’abbinamento giusto con gli yogashi, che hanno una percentuale più consistente di grassi, è col sake secco che funziona un po’ da reset fra un assaggio e l’altro. In pasticceria puoi anche acquistare la bottiglia, così al prossimo invito a cena a casa di amici potrai dire “Il sake lo porto io”. ;))

Mochi della pasticceria giapponese Hiromi Cake di Milano | ©foto Sandra Longinotti

©foto Sandra Longinotti

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