After Cheese
No, no, vi assicuro che non l’ho corretta con photoshop, la capra sorrideva davvero! Ok, non era per la foto ma per la grattatina, ma che importa? E’ talmente carina che non avrei potuto scegliere uno scatto migliore per rappresentare uno dei miei appuntamenti preferiti (biennale purtroppo, e infatti questa foto è del 2007). Oltre al mio debole per i formaggi, a Cheese si respira un’atmosfera veramente molto Slow, che si sente dappertutto, percorrendo le stradine di Bra, infilandosi nelle chiesette sconsacrate per un dibattito, entrando in una scuola per un laboratorio o fermandosi a degustare latte crudo in un cortile.
Il centro diventa zona pedonale e tutto si svolge lì, chi lavora a volte deve arrangiarsi con i mezzi a disposizione (tipo forma di parmigiano di 7 anni trasportata di corsa su un carrettino al “laboratorio della memoria”, con sopra il panchetto per batterla).
E’ tutto molto semplice e piacevole, c’è proprio una bella aria di festa di paese. Quando poi si incontra lo stesso casaro con cui si è chiacchierato due anni prima (o che magari avete già ritrovato al Salone del Gusto e così i tempi si dimezzano e la familiarità raddoppia) ci si riconosce. Perché non ci sono solo prodotti eccellenti, ci sono anche le storie di chi li produce. E l’avvicinarsi a realtà così particolari e diverse dalla nostra trasforma questi appuntamenti in molto più di un semplice assaggio.
Tornando a casa con pacchetti vari (quest’anno non ho potuto fare a meno di portarmi a casa anche 4 cassette di vecchie varietà di mele piemontesi del Presidio!), depliant e immagini che mi frullavano per la testa, ripensavo al week-end appena passato. Facendo due calcoli il prossimo Cheese sarà nel 2011, beh, meno male che l’anno prossimo c’è il Salone del Gusto… sarà già la Slowstalgia?
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