Oggi è il Pasta Madre Day e noi abbiamo festeggiato facendo il pane con la Peppa (la nostra pasta madre). Sua “mamma” vive e lievita a Ivrea nella pasticceria Maghi Infarinati di Corrado Vicina, è lui che un mesetto fa me ne ha “spacciato” un pezzetto (si dice così) rendendomi dipendente (ebbene sì).
Per me, che ho panificato per vent’anni col lievito di birra, averne un pezzetto era una necessità dal 2008, quando al Salone del Gusto avevo partecipato al laboratorio di Gabriele Bonci e Fulvio Marino, e alla fine Gabriele aveva regalato a tutti un vasetto della sua pasta madre, ma ahimé la mia restando in albergo fuori dal frigo per due giorni era diventata tremendamente acida (una delle principali preoccupazioni di qualsiasi pasta-madrista) e l’avevo gettata.
D’altronde come disse due anni fa Moreno Cedroni a Taste “Avere un lievito madre è come avere un cane, bisogna avere tempo”. E qui sta il punto, è proprio vero. Dopo aver superato le inevitabili emozioni di ansia-disperazione-speranza che accompagnano i primi giorni di convivenza, inizierete a prendere le misure con questo blob vivente che ci mette un attimo a diventare acido, suicidarsi o apparire sofferente. Sembra incredibile, ma quell’impasto che vi attende in frigo può crearvi un sacco di complessi di colpa e vi preoccuperete spesso della sua salute.
Eppure, quando riuscirete a trattare con disinvoltura la vostra pasta madre, apprezzerete fino in fondo le sue notevoli capacità di dare gusto a quello che preparate senza che sappia “di lievito”come a volte succede col lievito di birra. In questa foto c’è il crostino di fegato di coda di rospo di Moreno Cedroni, che ho preparato col mio pane a lievitazione naturale di farina bio 7 Effe del Mulino Marino macinata a pietra, #sapevatelo! ;)
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per chi vuole approfondire:
Corrado Vicina della Pasticceria Maghi Infarinati, spacciatore della nostra Pasta Madre
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Un pensiero riguardo “La Peppa e il Pasta Madre Day”