Giocoso e ironicamente irriverente, Sergio Botti crea piatti e tovagliette per “apparecchiare messaggi” evocativi, a volte sfacciati ma sempre garbati e divertenti, dove ognuno può riconoscersi. E giocare con gli ospiti invitati a cena.
Ti sei sempre occupato di design?
Ho iniziato a lavorare già durante l’università, ma ancora non pensavo alle tovagliette, disegnavo una mia linea di T-Shirt che vendevo anche all’estero, poi ho proseguito nel mondo dell’abbigliamento per diversi brand, fra cui Brummel.
Ho fatto il copy per il merchandising dei personaggi di Bonvi e Silver (Lupo Alberto, Cattivik, Sturmtruppen), Silver disegnava e io mi inventavo le battute. “Tanti auguri a… Tiè!” di Cattivik era mia, per esempio.
Come sei arrivato a definire il tuo stile?
Disegnando gadget ho lavorato con la Malco, che produceva quei cuori di plastica gonfiabili tanto di moda negli anni ’80. Fra i suoi clienti c’era anche Elio Fiorucci, che ho avuto occasione di conoscere. Da lui mi si è aperto un mondo, mi piacevano tutte le cose che faceva.
Così ho abbracciato quella visione un po’ pop che considero molto divertente ed era totalmente in sintonia col mio modo di concepire e realizzare oggetti. La battuta, il disegno e la grafica riuniscono tutto il mio sentire e il mio modo di esprimermi.
Dopo una parentesi artistica e una tecnologica, a cinquant’anni ho deciso di riprendere il lavoro di allora. Ho mixato un po’ le cose e proprio per questo piatti e tovagliette sono divertenti: per me quello che funziona è il gioco.
Da cosa ti lasci ispirare?
Amo tutto ciò che è un po’ vintage e legato al cibo, le scatole dei pomodori, le etichette del vino, tutte le cose italiane fatte negli anni ’50-’60, quando c’era quel gusto un tantino trash, sono d’ispirazione per chi disegna. Mi piacciono tanto le cassette della frutta coi loro segni quasi elementari, che ripresi con un certo gusto ti danno un’immagine che fa ritornare al passato.
Amo le grafiche vittoriane usate da Fiorucci con i suoi angioletti, tanto quanto i piatti di Fornasetti, diventati oggetti di culto. Adoro le scatole di latta, dei cioccolatini e dei dolci, quelle di cartone della pizza… che ho utilizzato proprio come packaging per le tovaglie della collezione “Sapori di Sicilia” ispirate ai carretti siciliani, che disegno per Moroni Gomma.
Quali sono gli oggetti che ti diverte di più realizzare?
Sicuramente quelli che sto facendo adesso: il piattino, la tovaglietta, il nanetto…
Ma quello che mi piace maggiormente disegnare è il piatto perché è un oggetto particolare, nel piatto puoi realizzare dei messaggi che diventano qualcosa di personale, perché il piatto è tuo, ci mangi. È come la tovaglia, che rappresenta quello che vuoi comunicare.
Il mio desiderio è che la tovaglia, il piatto, la tovaglietta tornino a far divertire. Mentre si mangia si può sorridere, scherzare, e tutto quello che metti sulla tavola rispecchia la tua personalità, diventa un modo di comunicare col tuo ospite.
È un discorso che secondo me deve essere ancora approfondito: soprattutto le tovaglie e i piatti che vengono usati nelle mise en place sono o serissimi e di un’eleganza un po’ troppo raffinata, oppure brutti e proprio kitsch.
Mancano gli oggetti per rendere la tavola divertente proprio in quello che è uno dei momenti più piacevoli della giornata, quindi per me c’è qualcosa che stona ma che può essere risolto facilmente. Basta aggiungere un segnaposto che faccia ridere gli amici, e un piattino può veicolare un messaggio divertente.
Dove trovi le frasi che scrivi su piatti e tovagliette?
Mi sono sempre trovato le battute in tasca, mi uscivano così, tanto che per tutto il mio percorso scolastico venivo punito mentre tutta la classe rideva. Per un attacco di ilarità collettiva ho rischiato pure l’ammissione all’esame di maturità…
Adesso la battuta pronta mi torna utile nel lavoro, le persone hanno voglia di ridere, una risata fa bene e mi piace trovare il modo di rendere più divertente un oggetto d’uso quotidiano. Un piatto elegante è bello e dà un determinato messaggio, ma il piatto divertente può migliorarti la giornata.
Come ospite, sedersi a tavola e trovare un piatto o una tovaglietta con un proverbio ironico o una frase divertente che un po’ ti rispecchia diventa subito lo spunto per iniziare a scherzare.
Le tovagliette sono nate proprio per creare qualcosa di diverso, un po’ la parodia del design “figo”. Una delle più vendute è quella dove all’immagine di un ippopotamo e una farfalla è abbinata la tipica frase “domani inizio la dieta” che almeno una volta nella vita abbiamo detto tutti, sottendendo “sì, però oggi mangio, eh!” :D
CHI È SERGIO BOTTI
Per Sergio Botti il design è un gioco molto sottile fatto di colore, forma e ironia.
Le sue frasi spiritose sul senso della vita, riportate su oggetti d’uso quotidiano, ci ricordano di vivere la vita in modo ironico e lieve, sdrammatizzando i momenti difficili, perché se essere al mondo è un mistero, una risata sa renderlo più bello.
N.d.R. prova la mia ricetta Budini al cioccolato con Tête de Moine e miele allo zafferano
per la foto ho utilizzato la tovaglia e il canovaccio (come tovagliolo) della linea “Sapori di Sicilia” di Sergio Botti for Moroni Gomma
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