Quel gesto che si fa con la girolle per raschiare il Tête de Moine, mentre lo assottiglia e trasforma in rosette lascia sprigionare i suoi sentori pungenti e allo stesso momento dolci, con profumi di crosta di pane. In bocca, il formaggio si scioglie facilmente: dolcezza, sapidità e grassezza si fondono in un gusto delicatamente intenso e cremoso.
Gianni Sinesi consiglia di abbinare al Tête de Moine una birra e due vini molto particolari, per due abbinamenti agli antipodi.

Tête de Moine, una birra e due vini
Juri Ferri fondatore del birrificio Almond 22 per me è un genio, crea birre per tutti i palati e tutti gli abbinamenti.
La Braveheart del birrificio Almond, una birra dallo stile pilsner dal gusto generoso e intenso, con note balsamiche e mentolate date dai luppoli americani e tedeschi, per me è perfetta col Tête de Moine.
Consiglio: chicchi d’uva bianca schiacciati su una fetta di pane tostato come fossero pomodori, sopra pezzetti di fichi non sbucciati, frutta secca tritata, un filo d’olio evo e tre rosette di Tête de Moine.
Muriel Giudicelli è una donna fantastica che produce in Corsica vini autentici, “giusti e liberi” come dice lei. Vini straordinari nati da una viticoltura biodinamica, fatta di pulizia e territorialità in AOP Patrimonio, la più antica denominazione corsa.
Il suo Muscat du Cap Corse (vitigno Moscato) a me fa impazzire col Tête de Moine, proprio perché si abbina alla perfezione, le note floreali e fruttate del vino bilanciano perfettamente quelle grasse, tendenzialmente dolci e sapide del formaggio.
Un altro abbinamento bellissimo cercando la sapidità nel vino è sicuramente un vino dell’isola… mi viene in mente subito Santorini in Grecia, dove Hatzidakis, ahimè scomparso, produceva un vino straordinario chiamato Assyrtiko de Mylos (un vitigno tipico dell’isola) prodotto con uve di vigne centenarie. Una vera eccellenza fatta di vini profumati a coltivazione biodinamica, dove l’espressione del territorio è al massimo.
Agrumi, pietra focaia, sentori iodati, idrocarburi, mineralità e resine si sposano benissimo con la parte dolce e delicata del formaggio. Questo equilibrio e amplificazione di aromi viene dato tutto dalla sapidità del vino. E che solo il “sale”, essendo un ingrediente esaltante, ci può regalare.

CHI È GIANNI SINESI
Sommelier, amante della musica e del mare, due elementi fondamentali per la sua vita. Ambizioso e sempre curioso per quanto riguarda la crescita professionale e di vita.
Creatore del progetto “Impressioni di Gianni Sinesi”, una sfida con se stesso dando una forma diversa alla figura del Sommelier attraverso la sua esperienza e degustazione nel mondo del vino.
portrait Gianni Sinesi ©foto Andrea Straccini
In collaborazione con Formaggi dalla Svizzera e Tête de Moine
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