Coltivare patate in vaso è semplice se segui i consigli di Federico Chierico, agricoltore e founder di Paysage à Manger, che a Gressoney insieme al socio Federico Rial coltiva 65 delle 350 varietà di patate antiche presenti in Europa.
3 delle 65 varietà antiche di patate coltivate da Paysage à Manger
Attualmente coltiviamo 65 varietà di patate antiche su 2 ettari con una produzione fra i due e 300 quintali, non tutte nelle stesse proporzioni perché diamo più spazio alla coltivazione di due varietà moderne più produttive per il consumo locale.
Fra quelle antiche ci sono la Verrayes che è l’unico Presidio Slow Food valdostano (dal 2020), una patata violetta stranissima originaria della Val d’Aosta, di cui condividiamo con altri produttori la coltivazione in quota (sopra i 1000 metri).
La Parli che è una varietà antica dei Grigioni che sembra una pigna, ha buccia rosa e pasta giallo paglierino, e infine la “morella” (buccia viola e pasta bianca, gusto fine) che è veramente simile se non uguale alla patata blu che veniva coltivata a Gressoney.

Coltivazione della patata in campo
La coltivazione della patata è molto semplice.
In montagna veniva seminata fra il 20 maggio e il 10 giugno, oggi noi a Gressoney la seminiamo entro la fine di maggio al massimo nei terreni a 1400 m di altitudine, perché il clima è diventato un po’ meno rigido e la patata, originaria della montagna peruviana, resiste al freddo ma detesta il caldone estivo.
Facciamo un solco e posiamo i tuberi, i vecchi dicevano che “devono sentire le campane” un modo per dire che non devono essere troppo profonde, basta coprirle con 3-5 cm di terra.
La distanza è di 70 cm tra le file e 35 sulla fila, in modo da far passare l’aria ed evitare la peronospora.
Prima della semina è molto importante la pre-germogliazione: almeno tre settimane prima bisogna esporre i tuberi alla luce indiretta, l’ideale è una veranda o comunque un ambiente luminoso. Vanno messi nelle cassettine in mono o al massimo doppio strato in modo che tutti i tuberini inizino a germogliare, diventando verdi e quindi tossici da mangiare. La solanina, che dà al tubero il tipico colore verde, è un veleno anche per i parassiti per cui questo processo crea una sorta di disinfezione naturale.

Dopo 3 settimane, quando i germogli sono belli turgidi e soprattutto colorati, si seminano le patate. Un mese dopo spunteranno le prime foglioline.
Quello è il momento del primo rincalzo: si coprono i germogli di terra (meglio se non completamente), per evitare la crescita delle erbe infestanti che crescono in competizione e per rendere le patate più resistenti agli stress idrici.
Quando le patate ributtano si fa il secondo rincalzo, è facoltativo ma le piante lo gradiscono molto. Noi sarchiamo a mano le erbe spontanee, una pratica utile soprattutto per le varietà antiche che sono meno vigorose e hanno bisogno di un bel vantaggio per crescere bene.
Dopo circa 2 mesi dalla semina le piante iniziano a fiorire. Questo è un momento cruciale perché si sviluppano i tuberi sotto terra e la pianta ha bisogno di acqua. Se non piove, durante le ore calde bisogna controllare la pagina inferiore: se è fresca non si fa nulla, se è calda bisogna irrigare. Le varietà tradizionali sono più resistenti.

Finita la fioritura i tuberi sotto ci sono già, la pianta si indebolisce e il rischio è che si ammali perché diventa più vulnerabile sia ai funghi che ai batteri e alle virosi. Io preferisco non rischiare, controllo i tuberi per vedere se sono sufficientemente grandi, se sì taglio la parte aerea e lascio tutto sotto terra per almeno un mese a seconda della varietà. Pensando all’orto di casa, se le piante stanno bene consiglio di lasciar terminare il ciclo di vita per raccogliere dei tuberi un pochino più grossi.
La raccolta si fa quando strofinando la superficie della patata col pollice la buccia non viene via, in caso contrario le patate non sono mature e non si conserverebbero a lungo (ma sono proprio queste le buonissime patate novelle).
La seconda maturazione viene fatta lasciando riposare per 20 gg le patate ammucchiate nei magazzini.

Coltivaziona delle patata in vaso
Per coltivare la patata in vaso bisogna tenere presenti le sue 3 necessità fondamentali. È una pianta che sviluppa una radice importante, quindi ha bisogno di spazio. Non deve mancarle l’acqua, soprattutto nel momento della fioritura. Infine è fondamentale lo spessore della terra, ha bisogno di substrato dove svilupparsi e andrà via via aggiunto del terriccio come se si dovessero effettuare dei rincalzi.
Vaso: per una patata occorre un bidone del diametro di 60 cm e alto un metro, che va riempito di terra per un terzo. Bisognerà poi aggiungere via via substrato ricco d’azoto in modo che “sotto” la pianta continui a produrre tuberi, che sono stoloni del fusto: così più interri il fusto e più la pianta ne produrrà altri. In campo gli stoloni arrivano anche a 1 metro dalla pianta, quindi il vaso dev’essere capiente.
Esposizione: scegli un posto al sole.
Patata da seme: la dimensione giusta è quella di un’albicocca, non di più, in linea di massima considera almeno un quarto rispetto alla grandezza finale.
Quando seminare: dipende moltissimo dal clima del luogo. A Milano si semina a marzo (storicamente il 19, per San Giuseppe) in montagna a maggio, sulla costa ligure a fine febbraio, al Sud il 2 febbraio alla Candelora.
Raccolto: in vaso sul balcone non ha senso tagliare la pianta come si farebbe in campo. Si lascia che secchi da sola a fine ciclo, ma prima di raccogliere le patate bisogna fare la prova della buccia.
Dubbi: sopra, nella Coltivazione in campo, è tutto spiegato approfonditamente e puoi trovare risposta a eventuali dubbi.

CHI È FEDERICO CHIERICO
Sono nato a Biella Quarant’anni fa. Innamoratomi della montagna da bambino, poco più che vent’enne ho scelto di andarci a vivere. Amo profondamente la natura forte, la neve, i grandi spazi selvaggi alpini e l’armonia delle forme dei villaggi e del paesaggio agrario tradizionale.
Il mio demone, il mio fuoco è la ricerca dell’essenza del rapporto fra uomo e natura e questa ricerca personale mi ha portato a mettere le mani nella terra e a farmi contadino.
Nel 2014 insieme a due soci abbiamo dato vita a Paysage à Manger.

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