Hanno buccia sottile e si ammalano meno. Il gusto poi è equilibrato e diverso per ogni varietà. Vale la pena scoprire nuovi sapori, forme e colori delle varietà più interessanti di pomodori, antiche e non solo. E seguire il consiglio di Fattipomodorituoi: mettere da parte i semi per ripiantare anno dopo anno quelle che ti sono piaciute di più.
FATTIPOMODORITUOI il side-project di Tiziano Lamberti sulla biodiversità del pomodoro, ha vinto quest’anno il “Premio al Piccolo Vivaio” della Giuria Botanica della 25ma edizione di Orticola Milano.
Nato a Torino, il progetto Fattipomodorituoi è arrivato al 4° anno di attività e ha come obiettivo quello di preservare dall’estinzione le varietà più antiche e spettacolari di pomodoro.
Ecco la mia intervista a Tiziano, che spiega come coltivare i pomodori e quali varietà sono più indicate per la crescita in vaso.
Perché aprire un vivaio specializzato in pomodori antichi? Il nome Fattipomodorituoi ha un senso evocativo?
Fattipomodorituoi non è un vivaio ma un progetto per la conservazione della biodiversità del pomodoro. La maggior parte delle piante in commercio sono prodotte con semi acquistati dalle multinazionali che detengono il controllo del mercato globale. Con la scusa di creare piante più forti, più belle e più resistenti, queste aziende producono semi modificati geneticamente che hanno la capacità produttiva di un unico ciclo. In questo modo pochissime società rendono dipendenti tutti coloro che vogliono coltivare liberamente e contribuiscono alla perdita di varietà antiche e spesso sconosciute ma che costituiscono un grande valore.
Quello che ci sta a cuore è cercare di mantenere in vita queste antiche e meravigliose varietà perché sono belle, sane, forti, resistenti e danno dei frutti fantastici dal gusto non paragonabile a nessuno di quelli che si trovano normalmente sul mercato. Ma soprattutto sono naturali, per cui i loro semi potranno essere piantati e ripiantati all’infinito garantendo cicli perpetui e senza mai perdere le caratteristiche originali. L’unico modo per fare ciò è quello di stimolarne il più possibile la coltivazione. Da qui nasce il nome FATTIPOMODORITUOI. Acquistando una nostra pianta si possono mantenere i semi prodotti dai frutti e ri-piantarli in autonomia negli anni successivi.
Quante varietà di pomodori esistono al mondo?
Al mondo esistono circa 1000 varietà di pomodori di cui almeno 300 di particolare rilevanza. Considerando che molte si distinguono per caratteristiche davvero minime, possiamo ipotizzare che le varietà originali siano circa 700/800.
Quante varietà coltivate, e con quale criterio le avete scelte?
Al momento coltiviamo più di 160 varietà e ogni anno aumentiamo il numero grazie ad un lavoro di ricerca e di scambio con altri coltivatori in giro per il mondo. Siamo partiti dal collezionare le varietà più antiche, quindi quelle originarie del centro America, anche se sono stati i nord americani a commercializzare per primi le semenze. Poi ci siamo orientati verso quelle più particolari e spettacolari per creare curiosità e interesse nei confronti del nostro progetto. Ora, mentre continuiamo ad espandere il nostro catalogo internazionale, stiamo iniziando a concentrarci sui pomodori antichi italiani e del mediterraneo cercando contadini o famiglie che coltivano la stessa varietà da anni e che l’hanno tramandata di padre in figlio.
Come si coltiva un pomodoro in vaso sul balcone e quali cultivar sono più indicate?
Per coltivare pomodori in vaso in maniera produttiva occorre prima di tutto avere un vaso di almeno 25/30 litri di terra per ogni singola pianta. Il terriccio deve essere ben nutrito, meglio se misto a humus di lombrico o concimato con compost o stallatico (quest’ultimo, però, va mischiato alla terra un paio di mesi prima dell’invaso). Per il resto è come coltivare in campo ma con il vantaggio che si può scegliere più facilmente l’esposizione più corretta e la zona più protetta dal vento e dalle intemperie.
Sicuramente le varietà dai frutti più piccoli sono quelle che danno più soddisfazione in terrazzo ma se il vaso è sufficientemente capiente e i sostegni idonei, anche i pomodori più grandi possono essere coltivati senza problemi. Noi selezioniamo e consigliamo una quindicina di varietà “nane” che sono molto indicate per la coltivazione in vaso. Questo tipo di pianta si distingue dalle varietà più comuni per robustezza, dimensioni (raggiunge un’altezza massima di 120cm) e per resistenza alle basse temperature (continua a produrre fino alle prime gelate). Naturalmente per “nana” s’intende la pianta e non i frutti, che possono essere di tipo piccolo, medio e grande.
Per avere successo basta seguire il proverbio “Il pomodoro vuole avere i piedi nell’acqua e la testa al sole”?
Come al solito i proverbi contengono delle grandi verità, ma non sono mai da prendere alla lettera. Quel che c’è di vero è che il pomodoro non gradisce essere bagnato sui rami o sul fogliame ma soltanto alla base. Per avere successo nella coltivazione del pomodoro è fondamentale fornire alla pianta le migliori condizioni: esposizione in pieno sole, protezione dal vento, idratazione costante (maggiore all’inizio e minore dalla produzione dei frutti in poi, ma sempre costante) e nutrimento del terreno. Non è difficile, ma ci vuole amore e dedizione.
Le femminelle: si tolgono o no?
Ci sono diverse scuole di pensiero a riguardo. In realtà non esiste una regola fissa che valga per tutte le varietà. Io di base le tolgo molto poco. I ciliegini e i datterini li lascio andare liberi, cercando di contenerli legandoli ai sostegni. Quelli più grandi li lascio andare all’inizio, anche perché forniscono un’ottima protezione dei frutti dai raggi solari più dannosi, e li scacchio nella parte centrale se mi accorgo che impediscono il passaggio dell’aria. Quelle che non vanno assolutamente scacchiate sono le varietà determinate (che non sono moltissime, fra queste: Roma, Supremo, Res Pride, Uva Verde) in quanto hanno una produttività appunto “determinata” e togliendo le femminelle non ne si aumenta lo sviluppo dei frutti ma di fatto lo si riduce.
Quali sono le principali malattie del pomodoro? Ci sono rimedi naturali, anche come prevenzione?
Fin da tempo immemore le malattie del pomodoro sono la Peronospora e l’Oidio che si diffondono soprattutto in condizioni ambientali tipiche estive (umidità che sale dal basso dopo un temporale, per esempio). Per entrambi le cure più diffuse sono quelle a base di zolfo e di rame, attualmente ancora consentite anche in coltura biologica, ma che io preferisco evitare il più possibile o applicare con molta parsimonia (al massimo 2 volte a stagione). Purtroppo non esistono rimedi naturali né particolari prevenzioni, se non quella degli infusi a base di ortica che però andrebbero applicati quasi quotidianamente e con risultati non proprio garantiti. Quello che sicuramente aiuta è rimuovere le foglie e i rami malati, prima che si diffondano su tutta la pianta, e gettarli lontano dall’orto. Nelle stagioni più secche e aride (come quella di quest’anno) la Peronospora si manifesta di meno, ma potrebbe apparire il Ragnetto Rosso (che non è una malattia ma un acaro) che è altrettanto distruttivo e che ama questo tipo di clima. Per quest’ultimo, però, esistono trattamenti naturali molto validi e risolutivi a base di olio di oliva.
Per esperienza la migliore prevenzione rimane quella di dare alla pianta le migliori condizioni per renderla il più forte possibile.
Fra le varietà che coltivate quale ha la storia più bella? Ce la racconti?
Una delle storie più belle e più romantica è quella di Ben Quisenberry, nato in Ohio nel 1887 e vissuto 99 anni, che ha dedicato la sua intera vita a custodire la purezza di una varietà, il Brandywine Rosa, e salvarla dall’estinzione. Questa varietà gli era stata regalata dalla famiglia Sudduth che già a sua volta lo coltivava da un centinaio di anni. Questo pomodoro, dalla particolare pianta a foglia di patata, è uno dei pomodori più buoni del mondo e ne dobbiamo solo a lui il merito dell’attuale esistenza.
Pomodori della Gallery
BLUE BAYOU frutto blu, 60-80 g, ricco di antociani, polpa succosa e gusto delizioso
BEAUTÉ BLANCHE frutto tondo bianco, 200 g, carnoso, gusto delicato con bassa acidità.
ANANAS “pomodoro bistecca”, 500 g, carnoso e perfetto da tagliare a fette.
BLUSH frutto giallo marmorizzato rosso a grappolo, 40 g, carnoso, bassissima acidità, dolce e fruttato.
YELLOW SUBMARINE piccoli frutti gialli a pera raccolti a grappolo, 25-30 g, dolcissimi.
BUMBLE BEE PURPLE frutto a strisce verde metallico, 25 g, sapore ricco molto equilibrato.
GREEN ZEBRA frutto verde e giallo striato, 100 g, gustoso e delicatamente aspro.
ORANGE BANANA frutto allungato arancione, 80 g, agrodolce.
MEDOVAYA KAPLYA frutto ciliegino giallo pallido, 25 g, gusto complesso, fruttato con sentori di agrumi.
FIREBIRD SWEET (varietà nana) frutto medio-grande rosa a strisce dorate, 100-150 g, gusto equilibrato dolce e ricco.
KAKI COING ricorda un caco, 200-300 g, ricco di beta-carotene, polpa compatta e saporita.
STRIPED ROMAN frutto rosso a strisce arancioni, 100-140 g, buccia sottile, molto denso e carnoso, sapore pieno.
Al momento quali sono le varietà di pomodoro più ricercate?
In Italia, stranamente, non c’è molta cultura sulla biodiversità del pomodoro. Dico “stranamente” perché, pur non essendo una pianta di origine italiana, siamo una delle prime nazioni ad averne scoperto la commestibilità verso la fine del 1600. Ciononostante distinguiamo mediamente pochissime tipologie di pomodoro: il cuore di bue, il costoluto, il San Marzano, il ciliegino, il datterino e il “pomodoro da insalata”. Negli ultimi anni si è venuti a conoscenza dei pomodori gialli. In realtà di pomodori gialli ce ne sono di tantissimi tipi e molto diversi tra loro, ma ciò non è ancora di pubblico dominio. Qualche anno fa è diventato molto trendy il Piennolo del Vesuvio grazie a Slow Food e ultimamente si parla spesso di Marinda. Un altro evergreen è il Piccadilly.
Qual è il tuo pomodoro preferito?
Adoro il Brandywine nella versione gialla che, a differenza del rosa, ha un gusto più acido e leggermente salato. E’ buonissimo in insalata ma è spettacolare in un sugo con un soffritto di cipolla e rosmarino. L’unica controindicazione è che è una pianta tardiva e i frutti arrivano minimo dopo 90 giorni dalla messa a dimora… ma vale la pena aspettare.
CHI È TIZIANO LAMBERTI
Da bambino aveva un progetto.
Poi è diventato musicista, compositore e attore.
Ma appena ha avuto un attimo, ha affiancato alla professione artistica quell’impegno preso con se stesso tanti anni prima: contribuire a salvare le antiche varietà di pomodoro in estinzione. E ci sta riuscendo, si chiama Fattipomodorituoi.
©foto Fattipomodorituoi e Sandra Longinotti
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