❝ Le Gruyère è versatile, non è coprente e dice il fatto suo restando delicato.❞
[ Alessandro Cabona ]
~ L’intervista è dopo la ricetta ~
Risotto con porri, asparagi e Gruyère | chef Alessandro Cabona
per 4 persone
- 2 porri medio/grandi
- 1 mazzo di asparagi
- mezzo bicchiere vino bianco secco
- 200 g di formaggio Le Gruyère DOP
- 50 g di burro
- 400 g di riso Carnaroli
- olio evo, sale, pepe
- Usa la parte più verde dei porri per fare un brodo vegetale per la cottura del riso.
- Monda e taglia molto fine la parte più chiara dei porri, mettila in una casseruola con un filo di olio e sale e lasciala stufare a fuoco dolce per qualche minuto. Il porro deve diventare fondente e dolce. A questo punto aggiungi un po’ d’acqua e frullalo a crema. Metti da parte.
- Nel frattempo pulisci gli asparagi eliminando la parte dura del gambo. Tagliali poi a fettine diagonali. Sbollentali nel brodo vegetale per 2 minuti e poi raffreddali immediatamente in acqua e ghiaccio.
- Con un pelapatate taglia nel senso della lunghezza 2/3 degli asparagi in modo da ottenere delle fettine molto molto sottili e immergili in acqua possibilmente ghiacciata, in modo da farli arricciare. Mettili da parte per fare una veloce e croccante decorazione del piatto.
- Tosta il riso senza aggiungere grassi. Al momento giusto, quando inizia ad essere molto caldo, sfuma col vino. Prosegui poi la cottura col brodo di porro caldo. 2 minuti circa prima di fine cottura aggiungi gli asparagi cotti in precedenza e la crema di porro. Spegni il fuoco e aggiungi il Gruyère tagliato a cubetti piccolissimi e qualche nocciolina di burro. Mescola appena e lascia riposare per 1-2 minuti, quindi manteca il risotto. Regola di sale e pepe.
- Impiatta il risotto con porri e asparagi battendo il piatto per renderlo steso e sottile. Decora con qualche scaglietta sottile di Gruyère e le fettine sottili di asparagi crudi messe da parte.
- Un piccolo consiglio. Per gli amanti dei gusti un po’ più spinti, si può anche utilizzare un tuorlo d’uovo ogni 2 porzioni per mantecare il riso. Risulterà ancora più cremoso e deciso.
Due chiacchiere con Alessandro
❝ Ho sempre avuto la passione dei formaggi, fin da piccolo. Da quando mi sono avvicinato al mondo della cucina, prima a scuola e poi al lavoro, è stato automatico esplorare il mondo dei formaggi. Oltre alle materie prime basiche ci sono i lavorati che occupano uno spazio importantissimo, i latticini ormai sono ovunque, in qualsiasi preparazione c’è qualcosa.
Le Gruyère è un formaggio che ha una consistenza un po’ particolare, non è troppo delicato ed ha una persistenza gustativa importante, insomma si fa sentire. L’ho trovato molto versatile, e siccome la mia idea era di trovare un modo diverso di proporlo, l’ho provato in tanti modi. In fonduta è naturalmente la morte sua e lo sappiamo tutti, ma viene benissimo anche scottato sulla piastra (da noi si dice sulla ciappa). A casa si può usare la padella antiaderente appena spennellata di burro e scaldata, ma non troppo: il formaggio non va messo in padella a freddo perché sennò si attacca ma neanche a fuoco alto che lo brucia, e va poi cotto a fuoco moderato. Per piastrarlo consiglio di tagliarlo a fette o a spicchietti alti un dito, con questo spessore il formaggio si scioglie subito e poi fa la crosta restando leggermente fondente all’interno, abbinato poi a mostarda e noci è fantastico.
Una delle preparazioni migliori che ho provato è al naturale tagliato a cubettini e aggiunto all’ultimo alla pasta, saltandola velocemente in padella in modo che il gruyère si sciolga solo parzialmente mantenendo la propria identità. E ancora, è ottimo al forno tagliato a fettine sottili e distribuito su broccoli e salsiccia o per gratinare una pasta, oppure in un risotto con gli asparagi per la mantecatura finale. Ma anche al naturale, in un’insalata di riso molto estiva con verdurine fresche e pomodorini secchi. ❞
❉ Alessandro Cabona | 20TRE ⊹ Genova
[ in foto insieme a Stefano Dagnino, aka Andrea, titolare del Ristorante 20TRE ]
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