❝ Le piante sono come noi: quando mangiano e bevono bene sono molto più allegre, “basta parlargli” non funziona. ❞

[ Marco Gramaglia ]

Un rosmarino in vaso sul balcone non è solo bello, è anche una gran comodità perché nel momento in cui cuoci un arrosto, le patate per accompagnarlo, fai un risotto o qualsiasi altro piatto puoi semplicemente andare un attimo sul balcone a raccogliere le cime con un paio di forbici. Marco Gramaglia è uno dei vivaisti italiani che ne coltiva da decenni una bella collezione, ecco i suoi consigli.

Il Rosmarino nasce nell’area mediterranea con un nome bellissimo, “rugiada di mare” dal latino “ros maris”. La specie che profuma, e che utilizziamo da sempre in cucina, è il Rosmarinus officinalis che ha anche proprietà battericide.

È anche utilizzato per profumare la casa, ed è molto efficace per eliminare gli odori di cottura che spesso dalla cucina si diffondono negli altri ambienti… dopo aver arieggiato la stanza, il trucco è lasciar bollire qualche rametto di rosmarino in un pentolino, magari insieme a delle fettine di limone e a qualche rametto di menta.

Rosmarino semiprostrato 'Boule' | ©foto Sandra Longinotti


La pianta di rosmarino può avere forme diverse (eretta, semiprostrata e prostrata), pur essendo perfettamente uguale dal punto di vista genetico: si differenzia solo per il portamento, influenzato dall’ambiente d’origine. I rosmarini prostrati nascono infatti nelle zone molto ventose e con temperature molto alte, dove sono costretti a strisciare per sopravvivere e non essere sradicati dal vento.

Considerando che la vita media del rosmarino è di 40-50 anni, quando si compra una pianta è bene avere le idee chiare.

La scelta dipende dal tipo di utilizzo che se ne vuole fare: se ci serve per l’arrosto consiglio sicuramente una varietà del gruppo degli erectus: crescono velocemente, sono molto profumati e si ammalano raramente.

A livello estetico invece un prostratus ha chiaramente un valore aggiunto, perché è più bello. Diciamo che in linea generale i prostrati e i semiprostrati hanno più una valenza estetica, anche se li puoi utilizzare ugualmente in cucina.

Rosmarino in vaso 'Joyce De Baggio' | ©foto Sandra Longinotti

FORME E VARIETÀ

Buona parte dei nomi delle varietà sono località geografiche perché sono state isolate in quel luogo, come ad esempio il ‘Bocche di Bonifacio’, un semiprostrato dai fiori blu scuro.
 
Noi vivaisti dividiamo i rosmarini in tre gruppi principali, a seconda della forma:

Erectus | Eretti (alti mediamente da 60 cm fino a 2 m) i più famosi sono Arp’ che profuma di limone, e ‘Israeli’ una cultivar americana di rapida crescita che raggiunge i 2 metri, e quindi ideale per fare siepi anche se ha una crescita lenta, dalle foglie carnose e molto profumate lunghe un paio di cm.
Il Rosmarinus officinalis ‘Joyce De Baggio’ è una varietà a cespuglio dedicata al mito del baseball americano Joe Dimaggio. La sua particolarità è il profumo agrumato delle foglie e il fatto che cambino colore a seconda della stagione: da bordate d’oro, in estate diventano verdi.
Per le infiorescenze sono interessanti le varietà ‘Roseus’ a fiore rosa violaceo e il ‘Majorca pink’ rosa confetto. A fiore bianco il R. officinalis var.albiflorus e la ‘Cap Bear’ sono fra le varietà più belle e rustiche, resistenti al freddo fino a -12°C.
 
Semiprostrati (che tendono a salire in alto per poi ricadere tendendo a fare cespuglio fino a circa 1 m di diametro). Una delle cultivar più fiorifere di questo gruppo, molto profumata, creata in Toscana da dei ragazzi australiani qualche decina d’anni fa, è la ‘Joan Tesei’ in omaggio a un’esperta di botanica.
 
Prostratus | Prostrati (che strisciano sul terreno o ricadono mediamente oltre i 150 cm).
Fra i più belli il ‘Marenca’ con foglie verde-grigio e fiori color blu-medio. Fra quelli che si allungano maggiormente c’è il ‘Corsican Blue‘ si raggiunge mediamente i 2 metri e resiste fino a -10°C anche nella varietà a fiore bianco ‘Corsican White’, e il più compatto ‘Boule’ che può allungarsi oltre i 3 metri creando un’ottima copertura, inizialmente a forma palla (da cui il nome) da cui fuoriescono nuovi rami.
‘Bocche di Bonifacio’ uno dei più belli come portamento. ‘Capri’ è una varietà di provenienza ignota arriva dall’area mediterranea, molto fiorifera con fiori celeste carico.

Rosmarino prostrato che ricopre un muro | piante del Vivaio F.lli Gramaglia | ©foto Sandra Longinotti

FIORI E FOGLIE

Il Rosmarinus officinalis ha un numero cospicuo di varietà, il classico colore dei fiori è il blu con diverse sfumature fino all’azzurro, ma esiste anche rosa e bianco.

L’ago dipende dalla varietà e può essere più lungo o più corto, con un internodo (la distanza fra le foglie) più o meno ampio. Un internodo corto dà ai rametti un aspetto compatto, se invece è più rado la foglia è un pochino più lunga e la pianta ha un portamento classico a cespuglio.

Le fioriture sono normalmente invernali-primaverili a seconda del clima e molto lunghe, oltre i 50 giorni, i prostrati fanno una doppia fioritura, in autunno e a fine inverno-primavera.
Gli eretti fioriscono a fine inverno ma soprattutto in primavera. L’ideale è avere due piante vicine in modo che le api spostino il polline creando un rinforzamento genetico.

Un rosmarino dal fiore rosa | ©foto Sandra Longinotti

RIPRODUZIONE

Riprodurre da seme è un metodo difficoltoso che non si utilizza quasi mai. La riproduzione si fa da talea apicale e marzo è il mese ottimale. Messa in un terriccio ben drenato di torba e sabbia, nel giro di 3 settimane fa le radici. In acqua la radicazione è meno importante e personalmente non la prediligo.
Molti rosmarini fanno delle radici avventizie che vengono emesse sullo stelo quando c’è molta umidità, in questo caso la radice si sviluppa in aria, così basta tagliare il rametto e metterlo in terra. Il mistero è presto svelato: i tessuti meristematici, che sono quelli che cicatrizzano, possono trasformarsi in tessuti radicali, quindi se c’è una buona umidità la cicatrice invece di chiudersi emette radici. Un’occasione da non perdere per moltiplicare il nostro rosmarino.

QUALE TERRICCIO SCEGLIERE PER IL ROSMARINO IN VASO

Il terriccio ideale è leggero, ben drenato (in natura vive in mezzo alle rocce), l’ideale è 20% di sabbia di fiume grossolana, 20% di compost e 60% terra da giardino. Gradisce anche qualche sassolino che aiuta il drenaggio.
I vasi non devono essere troppo piccoli per evitare gli errori di innaffiatura, devono cioè avere  almeno 20-25 cm di diametro. Solitamente il rinvaso si fa almeno ogni 2 anni. Per capire se è il momento giusto, si estrae la pianta dal vaso e si guarda il pane di terra: se è avvolto dalle radici va rinvasata. Attenzione alle radici: devono essere bianche, se sono marroncine significa che la pianta non sta bene e vanno rimosse perché sono deteriorate. Per quanto riguarda gli spazi necessari, come rosmarino in vaso da coltivare sul balcone consiglio l’erectus, il prostrato dà un risultato migliore in terra o in vasconi da un metro per 50 cm.

ESPOSIZIONE

Pieno sole è l’esposizione ideale ma va bene anche la mezz’ombra, meglio posizionare il vaso in un luogo del terrazzo riparato e poco ventoso.

Piante di rosmarino in vaso | ©foto Sandra Longinotti

IRRIGAZIONE

Il rosmarino ha foglie molto coriacee, quasi cerate, quindi la sua perdita di umidità attraverso la traspirazione è molto bassa, non è un basilico che ha necessità idriche elevatissime. In generale l’innaffiatura del rosmarino in vaso dovrebbe essere una volta alla settimana in primavera-autunno, in estate se fa caldo anche due volte la settimana e in inverno “niente”. Questo in linea di massima, perché in realtà è sbagliato dare indicazioni temporali, il vecchio sistema di controllare l’umidità del terriccio col dito è la cosa migliore.

CONCIMAZIONE

Non va concimato tantissimo, non essendo una pianta a rapida crescita ha esigenze nutrizionali limitate. Consiglio di fare una sola concimazione con sostanza organica (anche solo compost aggiunto sulla terra) a fine inverno-inizio primavera. Se si vogliono ottenere foglie molto grandi e farlo crescere velocemente, per esempio se si vuole fare una siepe di rosmarino, si utilizza il sangue di bue che è molto ricco di azoto, tenendo però presente che le foglie saranno meno profumate.

POTATURA

La potatura di un rosmarino eretto di solito è la conseguenza del suo utilizzo in cucina, se invece serve per modellare la pianta, ad esempio nel caso si voglia utilizzare come siepe o divisorio, si lascia crescere fino all’altezza desiderata per poi farla ramificare spuntandola in primavera.
Il prostrato invece non si pota perché tende già a ramificare per conto suo, in pratica dopo averlo piantato ce lo si dimentica e fa tutto da solo.

Rosmarino in fiore | ©foto Sandra Longinotti

RACCOLTA

Nel momento in cui si utilizza, si raccolgono le punte del rosmarino che sono la parte più giovane e buona, e contemporaneamente si fa un’operazione agronomica importante perché così la pianta ramifica. Non la faccio crescere tanto in alto ma le faccio avere un portamento più a cespuglio, che è la cosa migliore per il rosmarino in vaso sul balcone perché la pianta rimane leggermente più piccola e più folta, ed è più stabile anche se c’è vento. Le foglie più giovani poi sono più tenere e i fiori sono eduli.

CHI SONO MARCO E PAOLO GRAMAGLIA

Marco e Paolo sono l’anima e il motore del Vivaio F.lli Gramaglia in quel di Collegno, a pochi chilometri da Torino. Fra i primi a capire che le piante aromatiche e orticole sarebbero state the new black, in tempi non sospetti hanno abbandonato la coltivazione dei tulipani per stupire gli appassionati di botanica con le loro collezioni di aromatiche, arricchite da varietà insolite provenienti da tutto il mondo.

Il loro esordio, che ha sottolineato la bellezza delle piante aromatiche e dell’orto, è dei primi anni ’90. Ed è grazie al loro know-how e pazienza certosina nella ricerca di sementi rare worldwide, che nel 1999 hanno ottenuto il massimo riconoscimento alla Journées des Plantes de Courson, la manifestazione botanica allora più importante in Francia, per la loro variegata collezione di Peperoncini.

©foto Sandra Longinotti

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