Denis e Maya si sono conosciuti all’Accademia del Vetro, e dopo due anni di scuola hanno subito aperto un piccolo laboratorio a Belluno dove creano piatti in vetro, legando amore e professione. E così Maya, che è brasiliana, ha scelto di restare in Italia.
Cominciava così… (cit.)
“L’inizio è stato molto duro, dovevamo produrre e contemporaneamente trovare dei potenziali clienti” racconta Denis “per i primi anni siamo partiti con complementi d’arredo che però qui in Italia non hanno grandi sbocchi anche perché il mercato è già saturo.
Così abbiamo provato a mettere la nostra creatività nel realizzare piatti per l’alta ristorazione e abbiamo avuto subito un buon feeling. Siamo partiti con i ristoranti della nostra provincia e da lì abbiamo iniziato ad allargare la nostra clientela, anche all’estero.”
Recupero creativo
“Ci piace tanto anche il discorso di upcycling” aggiunge Maya “e avendo contatti con alcuni bar qui in Veneto, una volta alla settimana ritiriamo le loro bottiglie vuote per trasformarle in bicchieri. Utilizziamo solo la parte bassa che dopo il taglio è molto affilata, quindi facciamo un lavoro certosino per smussare perfettamente il bordo. Per fare 200 bicchieri ci vuole all’incirca una settimana di lavoro. Spesso ci viene chiesta una personalizzazione, e serigrafati sono ancora più belli. E per restare in linea col pensiero di sostenibilità e upcycling usiamo solo carta di giornale per incartare i bicchieri, tanto che una volta una nostra cliente mi ha chiamata dall’estero, per dirmi che era rimasta entusiasta nello scartare il suo acquisto dalle pagine del Gazzettino di Belluno!”
Piatti in vetro per gli chef
Grazie ai feedback degli chef, la produzione di Glass MaDe si arricchisce continuamente di nuove forme e colori, spesso a seguito di input per particolari esigenze di servizio, che si traducono nel rendere più funzionale un certo piatto ad accogliere una specifica creazione gastronomica dello chef.
Così c’è chi chiede solo piccole modifiche dei nostri piatti in vetro già in collezione, e chi invece desidera dei piatti in esclusiva che partono da un vero e proprio progetto.
L’ultimo è stato con Massimiliano Alajmo, che “ci ha chiesto dei piatti su misura con specifiche texture e colori” spiega Denis “e da lì l’abbiamo pensato insieme, customizzandolo in esclusiva per il suo ristorante tristellato Le Calandre.”
Maya racconta il progetto realizzato per Valerio Dallamano, chef del ristorante stellato Wistèria di Venezia “mi sono ispirata al seminato veneziano dove i ciottoli che restavano di scarto nella costruzione dell’edificio servivano per fare il pavimento. Ho ricreato questa tecnica per un piatto che ho chiamato Veneziano e Valerio lo utilizza per servire i “cicchetti”. La cosa carina è il richiamo al suo locale, dove c’è proprio quel tipo di pavimento.”
“Abbiamo fatto i piatti anche per lo chef Mauro Colagreco” racconta Denis “è stato un incontro casuale che ricordo con piacere. Anche sua moglie è brasiliana, noi eravamo in Brasile per le vacanze e al ritorno all’aeroporto di San Paolo l’ho riconosciuto, l’ho salutato e abbiamo chiacchierato del nostro lavoro. Ci ha chiesto di mandargli dei campioni al suo tristellato Mirazur e subito dopo ci ha fatto degli ordini.”
Come nasce un nuovo piatto?
“Tutti gli anni inseriamo qualche nuovo piatto in collezione” spiega Denis “e ogni piatto nasce da un’idea condivisa a cui seguono degli schizzi e dei test. Per realizzarlo occorrono da alcune settimane a qualche mese, nella nostra testa è già chiaro come dev’essere, ma non è detto che esca così dal forno. Prove e modifiche sono la norma prima di arrivare a ottenere quello che abbiamo in mente. Materialmente poi servono tanti giorni perché i piatti devono cuocere lentamente in forno, dove fanno anche tre o quattro cotture.”
Bisogna fondere il vetro, il colore si può anche mettere subito ma la cosa più complicata è dargli la forma, perché bisogna dargli delle pieghe. Denis e Maya hanno dei forni particolari dove usano la gravità e la temperatura, gestiscono la densità del vetro col calore e lasciano che cada dove vogliono che vada a finire. Questi processi possono impiegare più passaggi, e l’utilizzo di diversi stampi.
“In base a dove si appoggia” spiega ancora Denis “se su uno stampo di ceramica o su un telaio di acciaio che abbiamo fatto noi o su fibra ceramica… in base a tutti questi materiali che usiamo e a come li trasformiamo, il piatto prende forma. Creiamo degli stampi proprio per fare in modo che il vetro cada dove vogliamo e per ottenere forme più articolate. Per questo lavoriamo sulle decine di piatti alla volta, soprattutto quando il lavoro è complesso.”
Per Venissa, il ristorante stellato sull’Isola di Mazzorbo, hanno fatto tutta la mise en place, sottobicchieri, posa posate, portagrissini, piattini per pane e olio.
E a casa?
Maya ride “quando invitiamo i nostri amici a cena, ci chiedono: ma voi che fate i piatti per gli chef usate questi? Già, perché noi portiamo a casa gli scarti e così i piatti sono tutti diversi. E aggiungo, tutti difettati, ma agli altri salta all’occhio solo la diversità mentre non si accorgono delle imperfezioni, quelle le vediamo solo noi.” E in fondo, rendono i loro piatti ancora più unici.
CHI SONO MAYA LAPP E DENIS PERERA
Lei brasiliana, amante del mare, divertente e creativa.
Lui bellunese, amante delle Dolomiti, inventivo e gran lavoratore.
Si incontrano al corso di lavorazione del vetro e non smettono più di creare insieme nel loro studio Glass MaDe. Puoi trovare i loro piatti in vetro, l’unico materiale che lavorano in modo totalmente artigianale, anche sui tavoli dei ristoranti stellati.
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