Un pero in vaso, che stia bene, faccia tanti frutti e si ammali poco è possibile. E anche facile, se segui i consigli di Giuseppe Ripepi. Se poi stai cercando una varietà antica ma hai solo un balcone, al suo vivaio Papavero Rosso puoi scegliere fra tanti peri nanizzati.

Per coltivare un pero in vaso c’è bisogno di un terriccio particolare?

Quando si pianta un pero, per evitare il surriscaldamento estivo è preferibile scegliere un vaso di terracotta di 50 cm e arricchire il terriccio del rinvaso mescolandolo con 2-3 bicchieri di stallatico in pellet, facendo attenzione a non coprire la parte innestata della pianta.
I peri non hanno grandi esigenze, quindi va bene un terriccio universale, magari smezzato con un po’ di lapillo o di pomice, oppure addirittura fare una miscela di 20% di terra di campo pesante (cioè quel tipo di terra argillosa che si può trovare nei campi) e terriccio universale.
Questa loro versatilità sul tipo di terreno è dovuta al fatto che generalmente i portainnesti dei peri di piccole dimensioni (cioè di circa 2 metri di altezza) sono tutti cotogni.
Una buona idea per ombreggiare in modo decorativo la base della pianta per farla restare più fresca è far crescere nel vaso anche delle piante ornamentali annuali come il tagete e la lobelia.

Antonio Sanguedolce pota un pero in vaso | vivaio Papavero Rosso

Sono necessarie delle potature?

Bisogna trattare i peri in vaso come se fossero dei bonsai, cioè vanno gestiti con lo stesso principio: quando crescono troppo si tagliano e si abbassano. Questo vale in generale per gli alberi da frutta, a maggior ragione se sono in vaso, perché la potatura serve a far produrre una chioma che sia in proporzione al vaso.
Non è difficile, basta togliere i succhioni e avere un po’ di buon senso, svuotare un po’ la chioma all’interno togliendo i rami che si incrociano e si toccano perché col vento si sfregano e se si formano delle ferite è facile che si ammalino.
Le potature invernali sono le più importanti perché è il momento in cui si imposta la pianta e si prepara per la fioritura dell’anno dopo. La cosa fondamentale è capire dove il pero produce: non vanno toccati i piccoli rami tozzi e rigonfi in punta dove spunteranno i futuri mazzetti di fiori. Mentre vanno eliminati i rami verticali e molto slanciati (succhioni) e i getti alla base (polloni che partono dal portainnesto) che tolgono energia alla pianta senza produrre.

Peri in vaso nanizzati | vivaio Papavero Rosso

Cosa non bisogna mai fargli mancare?

Prima di tutto di una posizione in pieno sole o a mezz’ombra, dove abbia almeno 5 ore di sole diretto al giorno. La pianta va irrigata regolarmente e concimata ogni autunno con stallatico zappettandolo nella terra e in primavera con un concime minerale universale a lunga cessione per piante da frutto (che contiene più potassio e rende i frutti più dolci) o della cornunghia.

Come si combattono le malattie più frequenti?

Gli afidi si possono prevenire spruzzando la pianta con sapone di Marsiglia liquido o con sapone molle, eventualmente miscelato con olio di Neem (seguendo le istruzioni sui prodotti).
La problematica maggiore è la carpocapsa che è il vermetto della frutta (il classico Gigi). Per prevenirlo, alla prima comparsa delle foglie in primavera o quando i frutti sono grandi come una nocciola si usa un prodotto naturale a base di spinosad che si ricava dai batteri e uccide le larve.
Contro l’oidio (il mal bianco) si usa la zeolite (la più pregiata l’abbiamo in Italia), un’argilla che uccide il fungo per disidratazione ed è anche un deterrente per gli insetti fra cui la cimice asiatica.

Pera Volpina, una varietà che può essere coltivata in vaso | vivaio Papavero Rosso

Quali varietà di pero sono più adatte da coltivare in vaso?

Una cosa importante da sapere è che è sempre bene tenere due piante anche di varietà diverse perché non tutti i peri sono autoimpollinanti e anche in quel caso in presenza di un’altra varietà tendono a produrre di più.
Ci sono delle varietà di peri che rimangono nane senza essere su un portainnesto nanizzante, perché potandole restano sui 2 m di altezza (vedi sopra come si fa a potarle).
Fra le più buone e adatte alla coltivazione in vaso c’è la Williams, una pera estiva che ha un portamento molto compatto e si carica tantissimo di frutta.
La varietà Piccola Regina matura verso ottobre-novembre, fa frutti verdi medio-grossi a polpa consistente soda tipo Kaiser che va bene cruda o cotta.
La Doyenne du Comice è una pera tonda verde molto zuccherina che si consuma fresca ed è molto serbevole (al fresco dura fino a gennaio) in più è una pianta che non produce polloni ed è quindi più facile da gestire.
Poi c’è la Pera Condominio, autunnale e succosa da mangiare fresca, una pianta a sviluppo colonnare che resta compatta.
La Volpina che ha frutti tondi piccolissimi (il doppio di una ciliegia) e talmente buoni che vale la pena averla, una pera invernale da consumare cotta, caramellata diventa una caramella!

Giuseppe Ripepi con uno dei suoi peri in vaso nanizzati | vivaio Papavero Rosso

Varietà antiche di pero, nanizzate per poterle coltivare in vaso

Molto interessanti da coltivare in vaso sul balcone sono le piante di pero nanizzate che in vaso restano alte 1-1,5 m e vivono fra i 10 e 20 anni. Adesso è abbastanza facile trovarle nei garden, solitamente arrivano dall’Olanda e sono piante nanizzate delle varietà più conosciute.
Giuseppe invece usa questa tecnica per nanizzare le varietà antiche di pero. Così se qualcuno ha nostalgia del sapore dei frutti dell’albero che aveva nell’orto da bambino e che cambiando abitazione non ha più potuto coltivare per motivi di spazio, magari adesso può trovare proprio quella varietà fra le piante nanizzate disponibili al vivaio Papavero Rosso e mettersela sul balcone.
Una delle varietà antiche più buone è la Decana del Comizio che si raccoglie a ottobre e si consuma fresca tutto l’inverno.
La Pera Coscia è invece estiva, una delle prime che si raccoglie, così succosa e dissetante che col caldo estivo è un piacere poterla avere sul balcone. La Madernassa e la Volpina oltre che buone sono interessanti perché restano molto sulla pianta. La Briaca, una varietà toscana pronta a settembre, ha polpa rossa ed è molto utilizzata nei dessert, anche per il colore che la fa sembrare già cotta nel vino.
La Moscatella è molto bella, ha frutti piccoli gialli con una guancia rossa, è molto dolce e profumata con un retrogusto che ricorda il moscato e ne ha suggerito il nome. Matura tra luglio e agosto ed è solo per il consumo fresco.
La Passacrassana è resistente alle malattie ed è un ottimo impollinatore. È fra le varietà antiche più buone e matura a fine ottobre, è uscita un po’ dal mercato perché ha dei granuli nella polpa ma in realtà è molto gustosa e aromatica.

Giuseppe Ripepi e Antonio Sanguedolce nel loro vivaio Papavero Rosso a Collegno (TO)

CHI SONO GIUSEPPE RIPEPI E ANTONIO SANGUEDOLCE

Giuseppe Ripepi, paesaggista, classe 1984. Dal 2007 si occupa di progettazione di giardini in tutta Italia, tra residenze storiche, terrazzi, verde pubblico e ville private. Insieme ad Antonio Sanguedolce, wedding planner, nel 2020 apre il vivaio Papavero Rosso a Collegno nel Parco Naturale della Dora, a due passi da Torino. Una piccola oasi di 6000 mq, di cui 2000 di bosco, dove coltivano piante perenni, arbusti insoliti, rose antiche e fruttiferi, con particolare attenzione a selezionare solo le varietà più interessanti.

Uno scorcio del Vivaio Papavero Rosso a Collegno

A far loro compagnia due maialini vietnamiti, Panna e Ciro, il cinghiale adottivo Bambino rimasto orfano a due settimane e il suo fedele amico Luigi, una cornacchia grigia che vola spesso a fargli visita con la sua timida compagna Carmela.

Giuseppe Ripepi con Bambino, il cinghiale adottivo che vive nella tenuta.
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